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di Paolo Poloni, documentario
(Svizzera, 2008)
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Paolo Poloni, più che viaggiare fisicamente dalla Viganello della sua infanzia (ad Asmara, nella Leventina di FONDOVALLE, o nella Sicilia di MISTERBIANCO), predilige abbandonarsi alle cose che si affacciano alla propria curiosità, all'avidità conferitagli da una sensibilità estetica a fior di pelle. Così, anche questo SALONICA, nell'affrontare l'immensità dello sconvolgimento subìto e ancora ignorato dal melting-pot etnico, culturale e storico della città macedone non cambia il proprio modo di porsi dietro la cinepresa. Nell'unicità di una città dove per 450 anni i suoi abitanti ebrei parlavano il ladino della Spagna dalla quale erano stati cacciati, nell'indifferenza globale di un nucleo storico, di un cardine fra occidente ed oriente dal quale, nel 1943, dovevano essere strappati e quasi tutti sterminati dai nazisti, nella simbologia terribile del cimitero ebraico, divelto ed utilizzato per ricostruire le case dei locali, il regista lascia con calma e tanta voglia di ascoltare e scrutare che le cose vengano a lui. I personaggi come i mini-avvenimenti ed i sentimenti che questi comportano; assieme a quanto li fa vivere, la luce, i suoni, le musiche e gli umori. Ci ridà lo specchio fedele di una città e dei suoi sopravvissuti. Senza cercare d'indagare le ragioni di una rimozione che fa dire a una spettatrice in sala: Io a Salonicco sono nata e vissuta, ma di queste cose non ne ho mai saputo niente.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
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da vedere eventualmente
da evitare
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